durata: 13 giorni/10 notti
località dell'itinerario Arusha, Lake Manyara, Ngorongoro, Serengeti, i Popoli di Lake Eyasi, Usambara Mountains, Bagamoyo, Dar es Salaam
itinerario di viaggio
giorno 1 e 2
volo ed Arrivo Kilimanjaro Airport, disbrigo delle formalità d'ingresso, incontro con la Guida e transfer ad Arusha.
giorno 3
Partenza da Arusha per il Parco Lake Manyara. Il Lake Manyara, sotto la scarpata della Rift Valley, ospita ambienti estremamente vari, nonostante le sue piccole dimensioni (330 Kmq, di cui 200 occupati dal lago). Si va dalle fitte foreste alimentate dalle risorgive che affiorano ai piedi della Rift Valley, alle savane, alle zone acquitrinose a bordo lago. Numerosissime le specie animali, tra cui spiccano grandi colonie di babbuini, cercopitechi e altre specie di scimmie, elefanti, giraffe e ben 380 specie di uccelli. Qui, durante il periodo da dicembre a marzo, stanziano nutriti stormi di fenicotteri rosa, che poi migrano verso il Lake Natron tra giugno e ottobre. Tra i predatori sono numerosi i leopardi e i leoni; questi ultimi, infastiditi dall’umidità del terreno e dagli insetti, hanno acquisito l’abitudine (piuttosto rara presso questi grandi felini e riscontrata solo in poche altre zone) di arrampicarsi sui rami degli alberi.
giorno 4
Fotosafari nel Cratere di Ngorongoro. Il Cratere di Ngorongoro è un ambiente unico, senza uguali al mondo. E’ quello che resta di un antico cono vulcanico, la cui cima è collassata circa 2,5 milioni di anni fa, lasciando posto alla caldera attuale: un tronco di cono, che al suo interno ospita un “padellone” dal diametro di 16/20 km, con i bordi rialzati di circa 600 m rispetto al fondo, al cui interno si è sviluppata una savana dove vivono più di 25.000 grandi animali. Tutte le specie tipiche della regione, ad eccezione delle giraffe (che qui non trovano nutrimento) vivono nel Cratere di Ngorongoro. Il bordo del Cratere raggiunge un’altitudine di 2300 msm e offre viste da togliere il fiato. Le pendici esterne delle pareti sono ricoperte da un fitto manto di foresta primaria. In serata si raggiunge il Serengeti
giorno 5
Fotosafari nel Parco Serengeti, che è il più famoso della Tanzania e uno dei più famosi al mondo. L’ecosistema Serengeti ospita più di 1.500.000 gnu, circa 300.000 zebre, 500.000 gazzelle di Thompson, più di 2700 leoni, 1000 leopardi, 500 ghepardi, enormi mandrie di elefanti, eland, impala, antilopi d’acqua, giraffe, struzzi, genette, e i corsi d’acqua sono popolati da coccodrilli e ippopotami; sono più di 400 le specie di uccelli. I 15.000 kmq del Parco Nazionale del Serengeti costituiscono solo la porzione maggiore di un ecosistema più vasto, che include anche le Ngorongoro Plains (la regione pianeggiante a Nord Est del Cratere di Ngorongoro, che gioca un ruolo importantissimo nella celebre migrazione ed è amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area) e il Maasai Mara (che si trova più a Nord, in Kenya). Qui l’orografia, la composizione dei suoli e, conseguentemente, il tipo di vegetazione, permettono avvistamenti di animali senza uguali in Africa. Il sottosuolo, costituito (soprattutto nella parte meridionale) da rocce vulcaniche, impedisce nella maggior parte del Serengeti la crescita di piante ad alto fusto e prevalgono le praterie, quindi l’ambiente aperto favorisce gli avvistamenti. Gli gnu e le zebre del Serengeti, sempre alla ricerca di nuovi pascoli e di acqua, sono gli attori del più grande movimento migratorio di animali selvatici al mondo: è la celebre Grande Migrazione del Serengeti
giorno 6
Al mattino presto ultimo fotosafari nel Serengeti, prima di procedere per Lake Eyasi
giorno 7
Eyasi è un lago che si trova a sud-est degli altipiani di Ngorongoro. La regione circostante ospita un gruppo umano di estremo interesse: sono i Bushmen Hadzabe, gli ultimi eredi di una civiltà che non conosce l’agricoltura, l’allevamento del bestiame, la ceramica e la metallurgia. Vivono di caccia praticata con arco e frecce e della raccolta di bacche e frutti spontanei. Sono gli ultimi eredi degli homines sapientes che proprio qui, lungo la Rift Valley, hanno mosso i primi passi circa 200.000 anni fa. Il loro stile di vita è rimasto immutato da millenni, vivono in piccoli gruppi erranti di una ventina di individui. Incontrarli è un’esperienza decisamente interessante. E’ possibile organizzare con loro una battuta di caccia e sperimentare per qualche ora uno stile di vita arcaico. Si tratta di un’esperienza vera, non fasulla o una messa in scena a fini turistici. Nella regione vivono anche i Datoga, allevatori poligami originari del Corno d’Africa, giunti in questa regione seguendo le mandrie alla ricerca di pascoli. Si visita un villaggio e l’officina del fabbro che produce con tecniche antiche oggetti d’uso quotidiano, monili e le punte di freccia per i vicini Hadzabe, che lo ripagano con pelli di animali e miele selvatico. In serata si raggiunge Arusha
giorno 8 e 9
Partenza in direzione sud-est. Si sfiorano le falde del mitico Kilimanjaro e si procede per le Pare Mountains e da qui raggiungere Mombo e piegare su per Lushoto, sui Monti Usambara. Gli Usambara costituiscono parte del sistema montuoso dell’Eastern Arch, che fa da spartiacque tra l’Oceano Indiano e l’interno: le cime frastagliate degli Usambara catturano le nubi provenienti dal mare, cariche di umidità, le precipitazioni abbondanti: ciò favorisce lo sviluppo di un fitto manto boschivo. Gli Usambara ospitano una grandissima quantità di specie, molti gli endemismi, e costituiscono un microcosmo dalla Natura esuberante, ricchissimo in biodiversità. L’ottavo giorno è dedicato al trekking per esplorare gli Usambara, tra foreste, cascate e punti panoramici mozzafiato. La regione ospita più di 2000 specie vegetali comprese varie orchidee, il 25 % delle quali endemiche, e 350 specie di uccelli
giorno 10 e 11
Lasciati i Monti Usambara si procede verso la costa, tra piantagioni di sisal e di agrumi, fino a raggiungere Bagamoyo, sull’Oceano Indiano. Bagamoyo affonda le proprie origini nel medio evo africano, quando i primi commercianti provenienti dall’Oman, dall’Hadramut, da Shiraz giunsero lungo la costa dell’Oceano Indiano Occidentale seguendo gli alisei stagionali. Fondarono degli avamposti sulla costa, basi di partenza delle spedizioni per raggiungere i bacini del Congo e dello Zambezi, alla ricerca di oro, avorio e schiavi. Passarono per Bagamoyo anche Burton, Speke e Stanley. Dal mélange tra elementi africani-bantu e arabo-persiani nacque la civiltà swahili, una civiltà sincretica, urbana, che ha il proprio comune denominatore nella fede islamica e nella lingua, il Kiswahili. La città fu a lungo centro di raccolta e smistamento di manodopera schiavista. Il nome “Bagamoyo” deriva dall’ espressione kiswahili bwaga moyo (getta il tuo cuore): era il luogo della perdita delle speranze per le anime strappate al cuore del Continente, il luogo del non ritorno. Visita della città vecchia che reca le vestigia di questo infausto passato. Non mancherà un po’ di tempo per rilassarsi in spiaggia.
giorno 12
Dar es Salaam, caotica metropoli costiera con più di 5 milioni di abitanti, centro economico e finanziario del Paese, emblema di città africana piena di contraddizioni, dove il vecchio sopravvive nel cuore del nuovo. Transfer in aeroporto e volo
giorno 13
Arrivo in Italia
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